Muri di mattoni, cemento, soffitti infiniti, spazi quasi a perdita d’occhio… questi sono gli ingredienti di base per poter adottare in casa lo stile industriale.

Lo stile industriale ha origine a New York nei primi anni ’50, ma è solo negli anni ’60 e ’70 che viene definitivamente annoverato tra gli stili più in voga del momento negli Stati Uniti: il fine era quello di recuperare e sfruttare le vecchie fabbriche che stavano chiudendo a causa della grande crisi Industriale. Da qui nasce l’idea del loft, un grande spazio aperto arredato con mobili vintage e di recupero, quasi a voler mantenere in essere l’idea che lì ci fosse ancora una fabbrica in opera.

Andy Wharol, tra il 1962 e il 1968, utilizzò uno dei tanti edifici in disuso nel cuore di Manhattan, per fondare “The Factory”, studio e laboratorio dell’artista ma anche rifugio per giovani che vi si riunivano per scambiarsi opinioni e idee.

Lo stile industriale ha inondato di recente bar e locali, senza contare che è presente nel cinema già dagli anni ’90: chi è che almeno una volta non ha visto Ghost e non ricorda il meraviglioso loft dove abitavano Molly e Sam? O il loft della amatissima e più attuale serie TV “New Girl”?

A destra un frame tratto dal film “Ghost”, regia di Jerry Zucker con Demi Moore e Patrick Swayze (1990)

Materiali e colori

Il design dello stile industriale è, ormai, facilmente riconoscibile. Vengono usati materiali poveri, proprio per mantenere l’effetto non finito e dare all’ambiente quel sapore “invecchiato” che Io caratterizza.

In primis il cemento, usato a grezzo sia per le pareti che per i pavimenti, protetto e reso facilmente lavabile utilizzando delle resine apposite: oltre a essere molto resistenti regalano un fascino particolare a questi ampi ambienti.

Tipici sono anche i muri in mattoni rossi o sbiancati e le ampie vetrate in ferro, sia per le finestre che per le pareti divisorie che fanno filtrare molta luce naturale, smorzando l’austerità e la freddezza di un’ambientazione di stampo industriale.

Per quanto riguarda i complementi non possiamo non citare gli arredi semplici e lineari in ferro battuto e legno, a rimarcare la semplicità e l’essenzialità che sono alla base di questo stile.

Tra i materiali che caratterizzano l’industrial design non possono mancare i tessuti grezzi, la pelle invecchiata, fibre naturali e oggetti in legno di recupero.

Essendo il bianco, il nero e il grigio in tutte le sue sfumature la palette di base per lo stile industriale, vi consiglio di aggiungere qualche elemento colorato o delle piante per dare un po’ di calore all’ambiente.

Questo stile si adatta e viene valorizzato al massimo negli spazi molto ampi e luminosi, perché vanno ad ammorbidire la severità di questi ambienti inondati dalla scala di grigi al completo.

Se proprio non potete fare a meno di adottare lo stile industriale nel vostro bilocale di 50 mq, andateci piano: scegliete degli arredi di dimensioni contenute e lasciate dello spazio libero e vivibile o rischiate di rendere il vostro appartamento soffocante e deprimente.

Dallo stile industriale allo steampunk

Uno stile particolare che si appropria delle ambientazioni industriali ed ex-fabrica e le trasforma in fotografie di stampo futuristico: sto parlando dello stile Steampunk, che letteralmente significa “vapore” (steam) “rozzo” (punk).

Questo stile nasce oltre oceano rispetto allo stile industriale, più precisamente a Londra tra gli anni ’80 e ’90. Viene creata una realtà immaginaria in cui la macchina a vapore, che segnò l’inizio della Rivoluzione Industriale, è alla base di tutte le apparecchiature meccaniche.

Unendo a questo le atmosfere vittoriane, ne viene fuori una scenografia fuori dagli schemi che coinvolge anche la moda e l’abbigliamento.

Pellame invecchiato, arredi vintage, legno scuro, metalli arrugginiti, rame, catene e ingranaggi sono il leitmotiv dell’arredamento steampunk, anche questo molto in voga nei locali. Usatelo in casa solo se siete molto audaci e, soprattutto, se sapete bene come dosare i complementi, o vi sembrerà di abitare nel Nautilus di Jules Verne!

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